Con il D.Lgs. n. 87 del 14/06/2024 (GU n. 150 del 28/06/2024) il legislatore introduce una revisione del sistema sanzionatorio tributario, amministrativo e penale, adottando, in particolare, una profonda revisione delle sanzioni tributarie nel solco dei criteri direttivi stabiliti nella Legge delega n. 111 del 09/08/2023 (‘Delega al Governo per la riforma fiscale’). L’intervento normativo è finalizzato a dare la migliore attuazione del principio di proporzionalità delle sanzioni, ad assicurarne l’effettiva applicazione e a favorire il potenziamento degli strumenti di compliance tributaria, anche attraverso una riduzione del carattere afflittivo delle stesse.
Qui si richiama in particolare l’articolo 2 del citato Decreto, che dispone l’aggiornamento al 25% della sanzione stabilita per l’omesso/parziale versamento di cui all’art. 14 del D.lgs. n. 471 del 18/12/1997 (Riforma delle sanzioni tributarie non penali in materia di imposte dirette, di imposta sul valore aggiunto e di riscossione dei tributi, a norma dell’articolo 3, comma 133, lettera q), della legge 23 dicembre 1996, n. 662), in luogo del 30% di precedente statuizione. L’applicazione di questa norma decorre con riferimento alle violazioni commesse a partire dal 1° settembre 2024; pertanto gli effetti più evidenti per gli Enti Locali si produrranno soltanto nei prossimi mesi.
La disposizione genera quello che si potrebbe definire un “paradosso normativo”: infatti, in fase di verifica e controllo tributario IMU per l’anno d’imposta 2024, l’Ufficio Tributi sarà tenuto ad applicare al contribuente una sanzione per omesso/parziale versamento del 30% con riferimento all’acconto 2024 e del 25%, invece, per il saldo 2024. Una questione che dovrà senza dubbio essere spiegata in modo più chiaro possibile all’interno dell’atto, per non incorrere in contestazioni o, comunque, in richieste di chiarimenti.
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